Il Patto della Montagna, siglato poco prima che nascesse la Repubblica, è la storia che racconta come tutti, operai e industriali, difesero il lavoro e i diritti. Questa è la storia che è stata presentata ai lavoratori del settore tessile durante il convegno UILTEC dello scorso 28 aprile, emblematica per la sua attualità e per il significato che essa riveste ancor oggi nel contesto economico biellese.
“Scioperare nel ’43 era pericoloso. Nei volantini che incominciarono a girare nelle fabbriche si diceva: basta con la guerra. Siamo qui per combattere per una società giusta e democratica”.
Incomincia così il ricordo di Argante Bocchio, comandante partigiano protagonista del nostro film Il Patto della Montagna, di quei giorni difficili in cui i più giovani avevano solo sentito parlare degli scioperi raccontati dai loro padri, che li avevano sperimentati negli anni ’20.
Le sue sono parole pronunciate durante il Convegno organizzato da Alessandra Ranghetti, Segreterio Generale Uiltec di Biella e Vercelli, “Le Origini del nostro futuro”. Un titolo che riconosce tutto il valore del Patto della Montagna e dei principi che affermava in un momento storico che ha portato al riconoscimento di diritti fondamentali dei lavoratori e, da lì a poco, alla nascita della Repubblica Italiana.
Il contesto sociale in cui accaddero i fatti raccontati dal film è comune a tutto il Paese, ed è lo stesso che portò alla scelta referendaria del 2 e 3 giugno 1946 in Italia, ma a Biella e nelle sue vallate fatti unici e straordinari hanno segnato il passo della contrattazione collettiva nazionale in materia di lavoro.
Immagini tratte dal Convengo UILTEC dello scorso 28 aprile a Città Studi, Biella.
La vera rivoluzione concettuale moderna, che il Patto della montagna suggella, è la parità di cittadinanza tra uomo e donna.
E questo riconoscimento può nascere solo in una società basata sul rispetto reciproco. Un aspetto evidenziato dal professor Mario Giaccone, esperto di relazioni industriali dell’Università degli Studi di Torino e relatore al convegno Uiltec, che fa pensare all’aumento di salario, pari a 44 lire, a favore delle donne, capace di azzerare la differenza tra le retribuzioni sempre esistita. Un fatto concreto tra i primi a trovare casa nella nuova organizzazione paritaria. Mentre, ciò che portò al tavolo della contrattazione i rappresentanti dei lavoratori e quelli degli industriali, ricorda Argante Bocchio, fu la difesa delle fabbriche, del lavoro e degli operai.
Due parti sociali, lavoratori e industriali, si incontrarono per condividere ideologie e bisogni e forgiare insieme le linee guida su cui costruire un nuovo rapporto di lavoro.
Da qui il titolo emblematico del convegno, “Le origini del nostro futuro“, moderato dalla produttrice del Patto della Montagna Francesca Conti, con cui la segretaria della Uiltec di Biella e Vercelli Alessandra Ranghetti ha voluto celebrare un momento storico non solo per il Biellese, ma per tutto il nostro Paese, significativo ancor più in questi anni di totale stravolgimento del sistema economico mondiale, in cui la rinascita e l’aspirazione a nuovi successi sarà possibile solo ripensando alla radice il sistema imprenditoriale.
“La storia del tessile non è finita”. Alessandra Ranghetti ha accompagnato la troupe del programma L’Aria che tira, andato in onda su La7 lo scorso 31 maggio, alla scoperta delle fabbriche tessili biellesi.
La testimonianza del Comandante Massimo Argante Bocchio è stata poi suggellata dalla proiezione del trailer del docufilm Il Patto della Montagna, presentato dal regista Manuele Cecconello, che al termine del convegno UILTEC è stato intervistato da Paolo La Bua per il Diario del Web.
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Testi di Simonetta Coldesina